Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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27 gennaio 2019: Giorno della memoria

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venerdì 8 febbraio 2013

Relazione al Consiglio della Comunità di Napoli




Relazione di Rav Scialom Bahbout
al Consiglio della Comunità ebraica di Napoli
(Gennaio 2013)

Anche se la mia frequentazione con il Meridione risale a molti anni or sono, e posso a buon diritto considerarmi uno dei principali artefici della rinascita ebraica in Puglia, solo negli ultimi due anni me ne sono occupato per l’incarico di rabbino capo di Napoli conferitomi dal Consiglio della Comunità di Napoli il 1° gennaio 2011.
A parte Napoli, dove c’è stata una presenza e un’attività continuativa e un Beth hakeneseth che ha funzionato con una certa regolarità, la “periferia ebraica” che comprende le regioni distanti da Napoli (Puglia, Calabria e Sicilia in particolare) versava in uno stato di sostanziale e talvolta completo abbandono. Non esisteva un programma chiaro che si proponesse sia la raccolta degli ebrei dispersi sia una seria e continuativa preparazione dei candidati al ghiur, sia di origine ebraica che di altra origine.
Questa situazione ha permesso il sorgere di iniziative centrifughe non legate alla Comunità (“ortodosse” o “riformate”) che si sono installate sia in Calabria che in Sicilia. Dal giorno della mia nomina ho cercato di fare un’azione di recupero, peraltro molto difficile, ma che sta dando lentamente i primi frutti. La situazione è lontana dall’essere stata risolta, ma ho buone speranze che raccogliendo le forze si possa riuscire a riaffermare la centralità della Comunità di Napoli nelle decisioni fondamentali. Le persone che ritengono di essere di origine ebraica o che vogliono intraprendere un processo di ghiur si rivolgono sempre di più all’Ufficio rabbinico di Napoli in quanto hanno avuto la chiara percezione che attualmente c’è nel Meridione la possibilità di iniziare un processo che viene seguito attivamente con delle tappe chiare e non casuali. Le procedure si fanno via via più chiare e definite e soprattutto, oltre ad avere rav Giuseppe Laras come riferimento costante, sto prendendo contatti con Dayanim riconosciuti in Israele per far sì che il ghiur sia riconosciuto a tutti gli effetti anche all’estero, senza che vengano opposti rinvii, rifiuti o dubbi

NAPOLI E CAMPANIA
Accoglienza
Il primo problema che ho dovuto affrontare è stato la richiesta da parte della base comunitaria di vedere nella Comunità un vero centro di accoglienza per lo shabbath e le feste. La presenza di Moshè Srur e il suo attivismo sono stati fondamentali e, in generale - anche con l’aiuto di volontari - si è potuto dar vita a sabati e feste condivisi con presenza di giovani e adulti sia di Napoli che della periferia. I pranzi e le cene sono sempre stati occasione per insegnare Torà e canti sabbatici prima, durante e dopo il pasto. A questi pranzi sono stati spesso ammesse anche persone che avevano iniziato il processo di ghiur, impensabile senza la partecipazione alla vita comunitaria e sabbatica in particolare.
Oltre agli iscritti, hanno usufruito di questo servizio essenziale per una Comunità, anche stranieri di passaggio. Moshè ha spesso coinvolto e invitato dei giovani israeliani che studiano medicina all’Università. E’ quasi superfluo sottolineare quanto queste attività siano importanti per incrementare le relazioni tra i giovani ebrei napoletani e gli altri ebrei.
Il matrimonio di Moshè con Ayelet ha creato alcune difficoltà a causa della mancanza di una cucina comunitaria, ma a questo si è cercato di ovviare utilizzando un catering da Roma e/o cucinando qualcosa in loco. Il programma futuro prevede l’acquisto di una cucina che sarà posizionata nella saletta attigua alla Sala Magrit.
Altri programmi sono allo studio per garantire un servizio continuativo di catering sia per la Comunità che per gli stranieri di passaggio da Napoli.

Talmud Torà: ragazzi, giovani e adulti
a) Fino al Bar/Bat mizvà
Le lezioni e le attività sono state svolte per le età minori (fino al Bar e bat mizvà) con frequenza bimensile da Moshè Srur e Deborah Curiel, con la collaborazione dell’Ufficio Giovani Nazionale dell’Ucei. A partire da quest’anno il Talmud Torà viene gestito direttamente da forze locali (collabora anche Ayelet, la moglie di Moshè).

b) Post Bar/Bat mizvà
I ragazzi che hanno già compiuto il Bar mizvà hanno seguito un corso di lezioni e conversazioni con me. A queste lezioni hanno partecipato via Skype anche i ragazzi di Puglia o Calabria, talvolta venendo a Napoli, più spesso collegandosi via Skype.
Un seminario di due settimane è stato da me organizzato a Gerusalemme presso la Havvath hanoar hazionì con la collaborazione del personale della Havvà (vedi relazione a parte).

c) Adulti
Il primo anno ho tenuto una serie di lezioni serali di pensiero ebraico. Successivamente ho limitato il mio intervento alle lezioni che tengo dopo la fine della tefillà sulla parashath hashavua: in queste occasioni vengono affrontati importanti problemi di pensiero ebraico e talvolta di Halakhà.
E’ stato presentato un progetto all’Ucei per la creazione di una piccola sezione del Collegio rabbinico e del Corso di Laurea a Napoli. Dopo aver presentato il progetto all’assesore dell’Ucei, ne ho parlato con rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del CRI, e verrà studiata in tempi brevi la possibilità che gli allievi di Napoli possano recarsi a Roma la domenica per unirsi ad altri ragazzi del CRI.
Moshè Srur tiene lezioni di Talmud su sughiyot scelte da Talmud Bavlì kiduscin (daf 28 a sgg., daf 2 a - 5 b); sempre Moshè tutti i sabati prima dell’inizio della tefillà, tiene una lezione sul libro “Mesillath Yesharim” (Il sentiero dei giusti) di Rabbi Moshè Haim Luzzatto.

Beth hakeneseth
Dalle informazioni che erano a mia conoscenza prima del mio arrivo a Napoli, mi risulta che mediamente c’era un minian sabato mattina. Possiamo affermare che non c’è stato quasi shabbath mattina in cui non ci sia stato minian, così come per i moadim (sia nel primo giorno di moèd che nel secondo, in cui ero stato dissuaso dall’organizzare la tefillà “perché tanto non ci sarebbe stato minian”).
Con la guida di Moshè, il pubblico partecipa alla lettura delle zemiroth, leggendo brani a turno. Inoltre, ho registrato in video tutta la tefillà di shabbath presso la TV Gioiellipertutti ed il DVD è stato messo a disposizione di chi ne fa semplice richiesta in Comunità.
Data la centralità di Napoli come unica comunità del Meridione in cui ci sia minian di shabbat, ho invitato spesso famiglie, giovani e persone della circoscrizione a venire a Napoli a passare lo shabbath. Il servizio di accoglienza in Comunità e l’ospitalità delle famiglie è stata determinante. Sempre per far familiarizzare i giovani della Comunità con altri giovani, in più di un’occasione sono stati organizzati piccoli gruppi provenienti da Roma che hanno passato lo shabbath in Comunità.
Infine,in occasione di Yom hatorà 5772 è stato inaugurato un nuovo Sefer Torà che tuttavia dovrà essere sottoposto a lettura ottica per verificare che sia veramente kasher (è stato individuato un errore proprio durante la lettura e per questo motivo sarà consegnato al sofer Spagnoletto per un controllo).
Vorrei infine ricordare che Moshè ha fatto un corso intensivo di soferuth in Israele e, se necessario, è oggi in grado di fare piccole correzioni al sefer.

Kasheruth
a) Verso la Comunità
Un discorso a parte merita la kasheruth. Al mio arrivo non ho trovato un servizio di kasheruth rivolto alla Comunità (tranne che per pesach e per il vino). Nonostante gli sforzi, non siamo ancora riusciti a realizzare il servizio di spedizione di carne kasher. Di fatto ognuno provvede singolarmente all’approvvigionamento: questa situazione deve essere modificata e speriamo di poterlo fare già nei prossimi mesi.
b) Verso l’esterno
Accanto a questa mancanza di servizio, bisogna però osservare che - in seguito a una mia richiesta esplicita - i rabbini delle altre Comunità hanno cessato di inviare i propri mashghichim per rilasciare certificati di kasheruth alle aziende del Meridione. Oggi una ventina di aziende sono certificate da me in qualità di rabbino di Napoli, cosa che ha comportato un introito interessante per la Comunità. Alcuni prodotti sono anche certificati dalla OU (Tonno, Mozzarella, Vino, Hotel Tiberio Palace di Capri …).
Fin dal mio arrivo a Napoli mi sono attivato per stipulare un accordo con la OU. Su esplicita richiesta della direzione della OU, l’accordo è valido nella misura in cui sono io a firmare i certificati della Comunità. In ogni caso, gli standard di kasheruth che seguiamo a Napoli per le aziende sono sempre quelli approvati dalla OU.
Entro Aprile 2013, il ristorante dell’Hotel Tiberio Palace sarà“glatt kosher” e a disposizione oltre che degli ospiti dell’albergo anche per persone provenienti da altri alberghi di Capri. Sto studiando la possibilità di fornire servizi di kasherut anche in altre località turistiche del Meridione. Inoltre dovremo presto affrontare richieste di certificazione kasher di alberghi per l’estate.
E’ chiaro che questa attività presuppone sempre una presenza continuativa del rabbino sia per fare i controlli “a sorpresa” nella aziende, sia per sviluppare un settore importante per la comunità dal punto di vista dell’immagine ed economico. Un sito www.kosheritaly.it è già attivo (anche se non sponsorizzato dalla Comunità e farà da punto di raccolta per tutte le richieste di assistenza cui poi l’Ufficio Rabbinico dovrà dare risposta). Il sito è stato creato dall’amico Marco Mansueto che ha fondato un’associazione che - anche con il mio aiuto - si propone di sviluppare il settore kasher nel Meridione. Una conferenza stampa organizzata dalla suddetta associazione sulla Kasheruth come opportunità si è svolta al Maschio Angioino il 20 dicembre. Vi ho partecipato in qualità di esperto.
La kasheruth è un’importante opportunità anche economica per la comunità: l’introito annuale dai contratti che la Comunità di Napoli ha stipulato con le aziende si attesta già oggi sui 15.000 euro. Prevedo si possa raggiungere cifre più consistenti che potranno essere investite nella creazione di corsi di Torà e Talmud e altre attività ebraiche.

Consolato d’Israele a Napoli
Dopo le ultime vicende (decisione del Consiglio del Comune di conferire la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen), per rafforzare l’immagine della Comunità che è spesso associata a quella di Israele, ho parlato con l’ambasciatore d’Israele e gli ho proposto di istituire un Consolato onorario dell’Ambasciata a Napoli: il Consolato sarà a costo zero per Israele. Il Cosnolato potrebbe collaborare con la Comunità in molte attività (convegni culturali specie sul conflitto mediorientale, cultura d’Israele, relazioni scientifiche tra Israele e l’Italia ecc)

Mikvè
Al mio arrivo a Napoli, ho preso visione del progetto della costruzione del Mikvè iniziato da Pierpaolo Punturello con un progetto inviato dall’ARI. Avendo già avuto esperienza nella costruzione di mikvaoth nella mia precedente attività come rabbino capo di Bologna, e non volendo decidere da solo sulla bontà del progetto - che a mio avviso presentava dei punti deboli - ho chiamato rav Yishai Hochman (che ha costruito di recente il mikvè di Roma) per fare un controllo. Purtroppo sono stati necessari interventi che hanno tardato la fine della costruzione del mikvè. D’altra parte, data l’importanza del progetto e data anche la centralità turistica di Napoli, sono state necessarie delle modifiche. Una piccola azione di Fund raising da me fatta non è stata sufficiente ad ultimare i lavori.

Conversioni e riconoscimento dello stato di ebraicità e di conversione
A parte la richiesta proveniente dalla “periferia”, c’è una discreta richiesta di conversione anche da Napoli. I casi finora presentatisi sono seguiti con estrema cautela. Il servizio di accoglienza della Comunità è essenziale per il successo di una conversione: è semplicemente impossibile portare a termine un ghiur senza aver partecipato a cene e pranzi sabbatici, a periodi di studio in Israele e a seminari in Italia. Anche in questo caso, sono necessarie lezioni, conversazioni, indicazione a partecipare a seminari fuori Napoli e verifiche continue.
Attualmente collabora con me il solo Luciano Tagliacozzo. Sarà necessario ampliare il numero delle persone che fanno da “tutor” a chi fa domanda di ghiur.

Pubblicazioni
1)       Per iniziativa di Luciano Tagliacozzo, è stato rieditato i saggi di Ahad Haam “Libertà nella schiavitù” e “Fra Cristianesimo ed Ebraismo”.
2)       Su mia indicazione, Tagliacozzo ha ultimato la traduzione del libro “Nezah Israel” del Maharal di Praga Si tratta della prima traduzione completa in una lingua europea.
3)       Commenti alla parashot: è in corso la revisione del mio commento alle parashoth.

Osservazioni conclusive
A parte la mia presenza pressoché per tutti i sabati e per tutte le feste, a Napoli è sempre più richiesta una presenza qualificata anche durante la settimana sia per incontri comunitari sia per fare visite agli ammalati, agli anziani e alle famiglie in generale sia per presenziare ad attività esterne in cui è richiesta la presenza di un rabbino. Mediamente, a parte lo shabbath e quasi sempre la domenica, un paio di giorni alla settimana sarebbero necessari per svolgere in maniera proficua l’attività rabbinica a Napoli e nella circoscrizione.
Ritengo che Napoli in questo periodo - seppure breve - abbia fatto un salto qualitativo e anche quantitativo come numero di iscrizioni e iniziative. Sarebbe un grave errore, proprio in questo momento di espansione rinunciare a quanto finora fatto, per limitarsi alla normale amministrazione. Al contrario è necessario fare un’azione di ricerca degli ebrei non iscritti, organizzare eventi esterni nei vari campi della cultura (nel senso ampio di questo termine) per raggiungere un pubblico più numeroso. Va applicata anche a Napoli la strategia di Lech Lechà, che ha dato risultati davvero strabilianti, dovuti chiaramente all’impegno profuso dagli organizzatori.

Eruv
Con l’aiuto di rav Hochman e con l’approvazione di Dayanim autorevoli sia americani che israeliani, il progetto ERUV su quasi tutta Napoli è in stato di avanzata progettazione. L’Eruv risolverà i problemi dei napoletani, dei turisti e delle coppie giovani che vorranno stabilirsi a Napoli.
Simile impegno è richiesto anche per lo sviluppo di Lech Lechà a Napoli e nel resto del Meridione.
Nel tempo bisognerà provvedere alla creazione di un “Dipartimento kashruth” per meglio programmare e seguire tutti questi progetti.

Ulpan ghiur
Un Ulpan ghiur è in corso di progettazione per dare a ognuno la possibilità di seguire un processo chiaro e non lasciato al caso o senza obiettivi e impegni chiari.
E’ necessario avere a disposizione personale sufficiente per la preparazione dei candidati.

PUGLIA

Lo sviluppo dell’ebraismo in Puglia sta lentamente raggiungendo risultati insperati solo due anni fa. Vi sono oggi tre nuclei principali: Trani e dintorni, Sannicandro, Brindisi.

1) Trani e dintorni
Con un po’ di sforzo raggiungono il minian nelle occasioni stabilite. In alcune di queste occasioni per dare maggior forza all’evento sono andato di persona. In altre (Rosh hashanà, Kippur e Pesach) ho inviato un hazan, continuando il lavoro già iniziato con l’invio di hazanim e di Vito Perugia da parte dell’ARI. E’ fondamentale mantenere questa continuità che è garanzia per la formazione di una futura comunità. C’è ancora molto lavoro da fare. Il progetto Lech lechà ha fatto emergere una richiesta notevole di ebraismo e la sua seconda edizione contribuirà a uno sviluppo ulteriore della Comunità. La decisione del Comune di Trani di inserire Lech Lechà tra gli eventi dell’estate tranese è una dimostrazione di grande attenzione e successo. Inoltre la decisione del Comune di Trani di mettere a disposizione spazi per l’organizzazione e lo studio, darà certamente un grande sviluppo all’ebraismo di Trani, creando una maggiore visibilità. Proprio il progetto Lech Lechà ha evidenziato la possibilità di ampliare l’attività ebraica a Trani specialmente durante l’estate. E’ allo studio la creazione di un punto di ristoro kasher a Trani per facilitare il turismo culturale ebraico.

2) Sannicandro
La Comunità si sta sviluppando lentamente e regolarmente: sono stai portati a termine alcuni ghiurim e altri sono in procinto di essere fatti. L’obiettivo è quello di creare almeno a Sannicandro un nucleo forte che arrivi col tempo al minian. L’identità ebraica della Comunità è molto forte, anche per il collegamento che hanno con i parenti residenti in Israele. I suoi membri vengono anche invitati a Napoli, a Trani e a Brindisi per unirsi al resto dell’ebraismo pugliese. Sono attualmente seguiti da Grazia Gualano (sannicandrese stabilitasi a Roma) e dal Maskil Dr. Marco Dell’Ariccia. La mia presenza è garantita in alcune occasioni speciali e per la settimana Lech lechà (anche per garantire la kasheruth).

3) Brindisi
Lo Shabbaton organizzato a Brindisi dalla Comunità (presenti sia il presidente che il sottoscritto che avevano concordato il programma nei minimi particolari), ha avuto indubbiamente successo. Il primo contatto con Brindisi fu stabilito nel 2004 da Francesco Lotoro e da me con una conferenza sul Noachismo. Ebrei francesi, americani e inglesi si stanno via via aggregando al nucleo originario. Anche qui il lavoro da fare è ancora molto.
La mia presenza a Brindisi dopo l’attentato alla scuola è stata un momento importante per sottolineare quanto la Comunità ebraica sia vicina alla popolazione locale.

Conclusioni
1)      Lo sviluppo dell’ebraismo in Puglia passa necessariamente per la creazione di una figura rabbinica che si sobbarchi con continuità visite in tutte le sezioni (Trani, Sannicandro, Brindisi) andando anche a scandagliare tutta la Puglia.
2)      E’ opportuno che si faccia un lavoro di convincimento verso i pugliesi affinché siano sempre più presenti nella vita nazionale ebraica.
3)      I giovani vanno indirizzati verso le attività giovanili e verso Israele.
4)      Le persone in corso di ghiur vanno seguite con maggior continuità sia in loco che incitandoli a essere presenti alle attività che si svolgono a Napoli

CALABRIA

La Calabria ebraica legata alla Comunità di Napoli si sta lentamente svegliando dal letargo. Si contano oggi diversi nuclei (Cosenza, Palmi e Reggio), ma ci sono singoli individui in altre località. Sono state organizzate diverse attività per pesach (presente Alberto Piperno) e sukkoth (presente Marco dell’Ariccia), oltre a lezioni durante l’estate. C’è stato il primo shabbaton di Belvedere nel 2011 e un secondo nel 2012.
Ho partecipato di persona a una riunione con la Giunta del Consiglio Regionale alla quale ho presentato le mie proposte di attività culturali (e non solo). La mia recente visita a Cosenza e poi Reggio per Chanukkà (dove ho fatto lezione e acceso la Chanukkà assieme ai calabresi e ad alcuni siciliani che avevano attraversato lo stretto), è stata l’occasione per visitare l’antica sinagoga di Bova Marina e constatare che il posto ha tutte le condizioni per ospitare il Convegno approvato dalla Regione Calabria sull’ebraismo in Calabria. Tra l’altro ho preso atto che il posto è dotato di una cucina tutta nuova e usata solo una volta in occasione dell’inaugurazione alla presenza di rav Adolfo Locci o di rav Funaro).
Persone di origine ebraica (oltre che ebrei) stanno emergendo giorno dopo giorno, anche per merito del monitoraggio che fa Roque Pugliese.
Lezioni sono state svolte , oltre che da me, anche da Gadi Piperno. Valter Di Castro che era in visita a Cosenza ha tenuto una lezione. 

 SICILIA

Vi sono due nuclei principali: uno a Catania e un altro a Palermo. Ho già fatto alcune visite e alcune lezioni sia a Catania che a Palermo. E’ necessario dare continuità alla presenza della Comunità attraverso varie iniziative nella città e nelle case degli ebrei. Recentemente Michele Moscati ha visitato le famiglie di Palermo in occasione di Chanukkà ed è rimasto sbalordito per l’entusiasmo che vi ha trovato.
Il nucleo di Catania è “reduce” del nucleo di Siracusa. Altri “reduci” stanno via via cercando di aggregarsi con gli altri ebrei del posto che si sono iscritti a Napoli o che hanno fatto domanda di ghiur a Napoli. Lezioni a Catania e a Palermo sono state tenute da me. Gadi Piperno ha tenuto una lezione a Palermo.

CONCLUSIONI

Gli ebrei del posto si sono sentiti quasi del tutto abbandonati in questi lunghi anni e hanno desiderio di essere seguiti di più e meglio. Trani (vero e proprio START UP, dove si svolse il primo shabbaton 2008, cui invitai personalmente anche rav Birnbaum, rav Di Mauro e Michael Freund) ha fatto spesso da punto di riferimento per le feste e lì si sono raccolti ebrei provenienti dalla Calabria e dalla Sicilia, oltre che dalla Puglia. Varie iniziative collaterali di appoggio sono state realizzate e sono in corso tramite l’ Istituto internazionale di studi ebraici e la Carta delle Giudeche. Iniziative di carattere turistico potrebbero creare nuove risorse e nuove opportunità

Allegati
1)      Seminario in Israele dei giovani del Meridione
2)      Sullo shabbaton a Brindisi (da Sullam 102)

Allegato 1. Seminario in Israele (l’estate 2012 - Seminario 2013)
Alla presenza di Dani Haim, direttore della havvath hanoar hazioni di Gerusalemme, si è svolto a Napoli il 23 - 24 novembre lo shabbaton, dedicato ai giovani che hanno partecipato al Seminario svoltosi in Israele la scorsa estate nella bellissima cornice della Havvà, una sorta di villaggio in piena Yerushalaim.
Il seminario - organizzato e fortemente voluto da rav Bahbout - ha visto la partecipazione di cinque giovani dal Meridione che hanno studiato per due settimane ebraico ed ebraismo, dedicando parte del proprio tempo anche a viste di studio a Gerusalemme e dintorni.
Lo shabbath è trascorso tra lo studio della torà, i pasti cui hanno partecipato una quindicina di persone e varie conversazioni dello stesso Dani Haim sulla situazione politico - militare in questo momento in Medio Oriente e sulle strutture e i programmi della Havvà.
Scopo principale di questo shabbath è stato quello di raccontare l’esperienza vissuta alla Comunità e di iniziare a programmare il prossimo seminario che si svolgerà sempre a Gerusalemme alla Havvà a cavallo tra i mesi di luglio e agosto. Il prossimo seminario prevede due sezioni: una dedicata ai giovani e un’altra dedicata alle famiglie e alle persone che, secondo quanto previsto dal percorso di conversione, devono trascorrere un certo periodo di studio in Israele, secondo il programma stabilito del rabbino della Comunità. E’ stato già nominato un coordinatore del Seminario che avrà il compito di preparare il materiale per il programma. Il seminario verrà ampliato per consentire la partecipazione di altre Comunità e istituzioni.

Allegato 2. Sullo Shabbaton a Brindisi /da Sullam 102)
(17-19 Cheshvàn 5773)

La città di Brindisi ci accoglie luminosa, con strade linde e ben curate. Il nostro al­bergo è nel cuore del centro storico, pro­prio al confine della zona in cui sorgeva il quartiere ebraico, compreso tra la chiesa dell’Annunziata e l’attuale corso Garibaldi. A breve distanza, solo lo spazio di pochi passi, c’è via Giudea, la Ruga Lame Ju­dayce della toponomastica del Trecento. Ma gli Ebrei si erano stabiliti in città mol­to prima, almeno dal IX secolo dell’e.v., come attesta il più antico reperto rinvenuto, un’epigrafe sepolcrale con un lungo e bel­lissimo epitaffio in lingua ebraica. Nel Rione Giudea gli ebrei avevano anche una scu­ola e, quasi certamente, la sinagoga, forse in quella che fu poi la chiesa di Simone e Giuda, semidistrutta già nel 1565 e infine rasa al suolo dai numerosi terremoti verifi­catisi soprattutto nel XVIII secolo. Quella ebraica, pur tra alterne vicende, episodi di persecuzione, conversioni forzate, politiche vessatorie e antigiudaiche, era qui una co­munità operosa e fiorente, presente in tutte le attività economiche fino alla cacciata, tra il 1492, anno in cui Isabella la cattolica promulgò l’editto con cui venivano allontan­ati gli ebrei dal regno di Spagna, e il 1541, anno dell’espulsione definitiva dal Regno di Napoli sancita dall’editto di Carlo V.
Questo incontro di inizio novembre, nel cli­ma mite di un autunno che sembra ancora estate, o primavera matura, segna un pas­saggio denso di significato, non solo per la città di Brindisi, e per gli ebrei suoi ospiti, ma per la storia stessa usurpata di un di­ritto: quello di esistere come popolo, con­servando con orgoglio un’identità sottratta spesso insieme alla stessa vita.
Un evento importante, come si evince dal­lo stesso titolo: “Stati generali degli ebrei dell’Italia Meridionale”. Eloquente la nota di Shalom Bahbout, Rabbino Capo della Co­munità di Napoli e del Meridione d’Italia, in cui si legge che quella degli ebrei del Me­ridione e dei loro discendenti è una delle storie più gloriose dell’ebraismo e che nes­suno può, una volta ancora, sottrarre loro il diritto di determinare la propria identità e di tornare a far parte di Am Israel chai. L’evento di Brindisi, continua Rav Bahbout, è dunque un’occasione importante per iniziare a dis­cutere su strategie e sfide dell’ebraismo nel Meridione affinché “… al suono del grande shofàr (Isaia 27,13) i dispersi in ter­ra d’Assiria e i respinti in terra d’Egitto pos­sano finalmente tornare a casa”. E in molti rispondono all’appello: da diversi altri luoghi della Puglia, dalla Calabria e dal­la Sicilia e, naturalmente, dalla Campania, dove da quasi due secoli esiste una Comu­nità Ebraica aderente all’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), si incontrano le realtà ebraiche sparse sull’ampio territorio di quello che fu un tempo il Regno delle Due Sicilie. Oltre alle significativa presenza di Rav Bahbout e del Dott. Pier Luigi Campag­nano, Presidente della Comunità di Napoli, si ritrovano a Brindisi anche membri di altre comunità italiane e diversi ospiti provenienti anche da Israele.
Sono più di cinquanta, tra ebrei e gherim, i partecipanti all’evento, che è, al di là di ogni altra considerazione, so­prattutto un incontro di carattere religioso. Ed è di nuovo minyan, in città, dopo circa 5 secoli: si levano i canti dello Shabbat, si prega e si mangia insieme. E si passeggia anche per le vie cittadine, ammirando le bellezze del centro storico. La sera di sa­bato, infine, a Palazzo Granafei-Nervegna si tiene la presentazione del libro di Roy Doliner “Il disegno segreto. Il messaggio della Kabbalah nell’arte d’Italia”. L’autore, studioso newyorkese esperto di Talmud e di storia dell’arte, illustra al nutrito pubblico intervenuto aspetti inediti e sconosciuti di molte celebri opere d’arte del Rinascimento italiano, rilette alla luce delle relazioni con il mondo della mistica ebraica da cui i loro artefici avevano tratto profonda ispirazione.
Un’organizzazione perfetta, grazie al la­voro dell’avv. Cosimo Yehuda Pagliara e della moglie, dott.ssa Maria Ruth Perrino, che hanno preparato con cura e con amore questo Shabbaton che nessuno di noi potrà non ricordare.
Raffaella Turano

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