Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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lunedì 31 dicembre 2012

Rita Levi Montalcini e la Calabria



Foto Ansa

Poco note, ma intense, sono state le relazioni di Rita Levi Montalcini z.l. con la Calabria: dall’amicizia con il premio Nobel catanzarese Renato Dulbecco, al legame con quella che per oltre quarant’anni è stata la sua più stretta collaboratrice, la reggina Giuseppina Tripodi, autrice di due libri sulla scienziata, uno dei quali scritto in collaborazione con la stesa; al rapporto con Catanzaro, che le ha conferito la cittadinanza onoraria, dove ha voluto una sede della sua fondazione, alle belle parole che ha avuto per i calabresi a Lamezia, in occasione del conferimento del premio Anthurium
La voglio quindi ricordare come una di noi

Rita Levi Montalcini e quello stretto rapporto con Catanzaro
Domenica 30 Dicembre 2012
Clara Varano
All’età di 103 anni, Rita Levi Montalcini, scomparsa poche ore fa, lascia un vuoto, con la sua morte, incolmabile per tutta l’Italia. Nata a Torino il 22 aprile 1909 la scienziata piemontese nonostante l’età era ancora attiva e piena di interessi. L’abbiamo vista più volte esprimere la sua opinione in parlamento dove ricopriva il ruolo di senatore a vita, quando c’era una decisione importante da prendere. L’abbiamo vista sempre manifestare, senza nessuna censura, il suo punto di vista, con un impegno civile raro. Lotta contro le mine antiuomo, a favore della leadership femminile mondiale. Sguardo fiero, sicura di sé, ma con un sorriso lieve che la rendeva amabile. Una donna piena di energia e di una vera modernità femminile da far impallidire le giovani di oggi. Una modernità fatta di consapevolezza, cultura e coraggio. Una sete di sapere ed un desiderio di divulgarlo che l’ha tenuta sui libri fino all’ultimo giorno.
Andando contro tutte le opinioni dell’epoca cui apparteneva decide di studiare medicina e di dedicare la sua intera esistenza a quel mondo. A 20 anni, nel 1930, entra nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi. Laureata cum lode sei anni dopo, la sua carriera viene turbata dalle leggi razziali di blocco delle carriere accademiche e professionali a cittadini italiani non ariani di Benito Mussolini. Costretta a rifugiarsi, vista la sua discendenza giudaica, in Belgio, prosegue qui, con Giuseppe Levi, i suoi studi e poco prima che il Belgio fosse invaso dalle truppe tedesche, tornata in Italia, allestisce nella sua camera un laboratorio casalingo, dove prosegue i suoi esperimenti. La guerra però non le dà tregua e profuga nella sua stessa terra, a Firenze entra in contatto con le forze partigiane del Partito d’Azione e poco dopo diviene medico delle forze alleate. La sua corsa nella medicina, però la conduce nuovamente in laboratorio dove, con impegno ed abnegazione, arriva alla scoperta ed all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, che anni dopo le varrà l’assegnazione del premio Nobel.
Compagna di università e di avventura scientifica di altri due premi Nobel, Salvador Luria ed il catanzarese Renato Dulbecco. Proprio il suo rapporto di profonda amicizia con Dulbecco, collega ed amico di una vita, crea un forte legame tra la scienziata ed il capoluogo calabrese che durava da moltissimi anni. Il connubio Catanzaro-Rita Levi Montalcini inizia con l’apertura nella città calabrese di un centro della “Fondazione Montalcini” per il quale, nel 1993, le viene conferita la cittadinanza onoraria e finisce oggi, giorno della sua scomparsa. La stessa Fondazione Montalcini a Roma, ha sede in via Catanzaro.
E se sono ancora impresse nella mente dei più, le sue parole di addio, nel Febbraio scorso, all’amico Renato Dulbecco, “Uno dei più grandi protagonisti nella storia della medicina moderna del '900 del nostro Paese e a livello internazionale. L’intera comunità ha perso una figura scientifica illustre e di grande spessore umano. Il suo ricordo rimane indelebile per quanti lo hanno conosciuto e ne hanno potuto apprezzare le alte doti morali e intellettuali e di eminente scienziato”, queste sue stesse parole oggi, potrebbero certamente essere il degno saluto per una delle più grandi, forti ed intelligenti donne che l’Italia abbia mai avuto, in questo e nello scorso secolo.


La Lezione di Rita Levi-Montalcini

Rizzoli Editore

Foto da Google Libri
“Questo saggio racconta il mio lungo percorso di vita e di lavoro: ne emergono gli interessi e le iniziative verso le quali sono stata da sempre attratta, iniziative che hanno, per me, un grande valore etico.” Così Rita Levi-Montalcini sintetizza i temi e le riflessioni che Giuseppina Tripodi, da oltre quarant’anni sua fidata collaboratrice, ha intrecciato in questo libro narrando la storia, l’altruismo, gli insegnamenti, le scoperte e le battaglie accorate. All’inizio della sua attività, Rita Levi-Montalcini voleva andare in Africa e curare i lebbrosi, e nel corso della sua lunga vita è rimasta idealmente fedele a questo scopo, che è poi riuscita a realizzare grazie alla sua Fondazione da sempre orientata a difendere il ruolo della donna, elevare il livello culturale femminile e la consapevolezza dei propri mezzi. “Il suo impegno sociale” scrive la Tripodi “contagia le persone, le motiva a confrontarsi con il mondo circostante e a muoversi in una realtà in costante mutamento, senza più confini se non quelli determinati dalle distanze sociali e culturali.” La lezione di Rita Levi-Montalcini, oltre a fornirci un ritratto inedito e sincero della grande scienziata, ci restituisce il senso più profondo della sua vita, «la centralità della persona e il fine ultimo del concetto della ragion d’essere», per dimostrare che anche la più straordinaria scoperta sarebbe sterile, se non fosse rivolta al miglioramento della vita dell’umanità, e in particolare di coloro che soffrono.

«Calabresi le menti migliori»
La Montalcini benedice il centro regionale di neurogenetica ma teme i tagli
(da CalabriaOra del 26 novembre 2006)
«Non dovete vergognarvi di essere lametini, e nemmeno di essere calabresi, perché dalla Calabria vengono i cervelli più brillanti e le persone più capaci». La benedizione di Rita Levi Montalcini sulle menti calabresi arriva a margine del convegno sull'Alzheimer organizzato ieri a Lamezia. Il video, realizzato dall'emittente locale City One, è stato il fulcro dell'incontro. Il premio Nobel non si è limitata ai complimenti. Si è concessa un lungo "intermezzo" sui guai della ricerca in Italia: «E' fondamentale che non si taglino i fondi per la ricerca, altrimenti centri d'eccellenza come quello lametino sarebbero destinati a fallire e far fallire il lavoro paziente e meticoloso di studiosi e ricercatori di altissimo livello come Amalia Bruni che stimo tantissimo perché sta facendo un lavoro prodigioso: in un piccolo centro d'eccellenza riesce a fare quello che fanno ad Harvard».
Il convegno «Ci diamo appuntamento fra un anno per vedere a che punto saremo». La battuta del professor Orso Bugiani, già direttore scientifico dell'istituto Besta di Milano, stuzzica l'assessore regionale alla salute, Doris Lo Moro, sulla necessità, da parte delle istituzioni «di scardinare - dice ancora Bugiani - i fondi messi a disposizione per la ricerca». La Lo Moro, nel suo intervento, aveva sottolineato come«la ricerca fosse propria delle università e che i fondi regionali, con i sei miliardi messi a disposizione, esistano per la ricerca». Bugiani ha precisato come la ricerca «vada sviluppata negli ospedali, poiché le università impaluderebbero tutti i meccanismi», correggendo un po' il tiro dell'intervento dell'assessore regionale.
Questa la movimentata conclusione di un convegno organizzato dall'associazione Sorp-timist di Lamezia, cui a partecipato la dottoressa Arnalia Bruni, direttore del centro regionale per la neurogenetica la quale, riallacciandosi alle questioni dellla ricerrca, ha parlato di tagli alpersonale della struttura di ricerca, esprimendo preoccupazione per un suo paventato ridimensionamento. Le finalità erano quelle di «sensibilizzare - hanno sottolineato la presidente nazionale dell'associazione Teresa Gualtieri e quella di Lamezia Titty Giglio – la ricerca e promuovere lo sviluppo; lo studio e il sostegno di questo aspetto fondamentale della medicina».
Dopo i saluti del sindaco di Lamezia, Gianni Speranza e di Mario Magno, capogruppo dell'Udc in consiglio comunale, i quali hanno sottolineato come il problema non riguardi solo gli ammalati che dichiarano la patologia, ma tanti altri soggetti a rischio e come ci voglia pazienza e dedizione nello svolgere il lavoro di ricercatore, si sono susseguiti gli altri interventi di natura scientifica.
Tra i più importanti, da rilevare quelli di Maurizio Pocchiari, direttore del dipartimento neuroscienze dell'Istituto superiore di sanità di Roma, che ha lodato l'attività svolta da Amalia Bruni e per il suo studio genetico sul territorio calabrese nella lotta all'Alzheimer. Proprio la Bruni, ha realizzato una sintesi dei 10 anni di vita del centro di neurogenetica regionale, che è stato in grado di capire esattamente da dove scaturisce l’Alzheimer, isolando una proteina, la “Nicastrina” (nome che scaturisce dal luogo della fondamentale scoperta), responsabile dell’insorgenza della malattia. Inoltre ha annunciato l'importantissima scoperta, che risale circa ad un mese fa, della "progranulina", una sostanza che opera la mutazione genetica delle cellule che favorisce l'insorgenza di un'importante variazione sulla malattia.

Rita Levi Montalcini incoraggia la città
Lamezia Terme - «Ringrazio Rita Levi Montalcini a nome di tutta la città, per le belle parole che ha speso per la nostra comunità». Lo ha detto il sindaco, Gianni Speranza, secondo il quale «le sue espressioni amorevoli hanno infuso fiducia e speranza in chi l'ha ascoltata quando ha esaltato la lametinità, invitandoci ad essere orgogliosi delle proprie radici, a non vergognarsi di essere lametini e calabresi». Per il sindaco si è trattato di «un attestato di stima per la nostra città che sta attraversando un momento difficile e ha bisogno di parole di incoraggiamento e di forza per andare avanti. Un riscatto che può realizzarsi pienamente proprio perché la città possiede queste ricchezze umane. Sono profondamente commosso per la sensibilità dimostrata nei confronti del nostro territorio e della nostra gente. Per questo spero che Rita Levi Motalcini venga a Lamezia per poter incontrare la cittadinanza e le nostre forze sane e positive». Il sindaco spera di incontrarla nel convegno scientifico che l'associazione di Neurogetica promuoverà prossimamente.

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