Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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giovedì 2 ottobre 2008

Ancora sulla diaspora

Di recente avevo fatto un post sul destino degli ebrei calabresi quando furono cacciati dagli spagnoli. Oggi, leggendo per l'ennesima volta il pluricitato libro di Cesare Colafemmina, Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1996;, aggiungo qualche piccola annotazione.

A pagina 62 è riferita un'ordinanza per diminuire il carico fiscale dell'Università (Comune) di Strongoli, in seguito all'esodo di 13 famiglie ebree, di cui si danno i capifamiglia, dopo i disordini provocati dalla discesa di Carlo VIII e il primo decreto di espulsione del 1495: "essendono li dicti iudei in anno 1495 expulsi per ordine dela Regia Corte et quelli foro carricati sopra lo navilio de mastro Morisino veneciano ... sub date 'In triremi contra Tarentum ultimo septembris 1495'".

Ma quasi sicuramente Taranto era solo una tappa intermedia del loro peregrinare: vediamo altre notizie, se ci permettono di individuare mete più precise.


A pagina 149 riporta una relazione da Bisignano, del 121 gennaio 506, con la quale si chiede conferma di uno sgravio fiscale, corrispondente al diminuito numero di fochi (famiglie) ebraici, in seguito alla loro cacciata: "li iudey ... erano fochi trentauno ... tucti dicti iudey foro sacchizati et roynati et si fugero da dicta cità et dissabitaro, et parte andaro in Turchia, in modo che al presente non nce ne habita excepto una casata".
Da 31 a 1 sola famiglia: abbiamo l'immagine del disastro che colpì l'ebraismo calabrese alla fine del XV secolo.

A pagina 53, pur non riportandone il testo, cita, dall'Archivio di Stato di Napoli, Sommaria, il documento Licterarum deductionum foculariorum 1, 53r, secondo il quale da Cirò tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo a partire per la Turchia furono ben 36 famiglie, su 362 totali della città.
Vediamo dunque che la meta preferita di questi nuclei ebraici dispersi sembra essere la Turchia, che non è da intendere come l'attuale, ma probabilmente si riferisce a tutto l'Impero Ottomano, dall'attuale Albania a Eretz Yisrael ed oltre...

Ed infatti, il 9 agosto 1510, alla vigilia della nuova e più grave espulsione, la Corte chiede notizie su alcune famiglie di ebrei che avevano lasciato Rossano, per dirigersi, una a Palermo (probabilmente come tappa intermedia di un nuovo spostamento, visto che dalla Sicilia gli ebrei erano stati espulsi ben prima che dalla Calabria) e altre cinque "insono andati ad habitare in La Vilona [cioè a Valona, in Albania]".

Per questo ripubblico la cartina del vecchio post, aggiungendo una decima meta, Valona, alle nove già indicate.
Non sappiamo se qui rimasero insieme ad altri giunti in altri tempi e da altri luoghi, o se, almeno per alcuni, anche Valona non fu che una tappa nel loro continuo viaggiare.

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